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Cgil e Federcosumatori: “Insolvenza Banca Etruria un atto dovuto. Adesso pensiamo agli scenari futuri”

“Al primo posto la tutela di risparmiatori e lavoratori. E una nuova banca che sia davvero funzionale alla ripresa economica del territorio” Dichiarazione di Alessandro Mugnai, Segretario provinciale Cgil e Pietro Paolo Ferrari, Presidente Federconsumatori Arezzo

“Al primo posto la tutela di risparmiatori e lavoratori. E una nuova banca che sia davvero funzionale alla ripresa economica del territorio”

 

Dichiarazione di Alessandro Mugnai, Segretario provinciale Cgil e Pietro Paolo Ferrari, Presidente Federconsumatori Arezzo

La dichiarazione dello stato di insolvenza è semplicemente un atto dovuto. Così come lo era stato, a suo tempo, il Commissariamento. Siamo di fronte alla fotografia della realtà e alle sue naturali conseguenze. La decisione del Tribunale crea scenari nuovi e apre la strada alla possibilità di una maggiore tutela delle persone danneggiate. Non solo: consentirà di appurare le responsabilità che negli anni il management della vecchia Banca Etruria ha maturato. A danno dei risparmiatori ma anche dell’intero territorio di cui si dichiarava parte insostituibile e integrante.

Se la decisione della magistratura è stato un atto dovuto, le ultime decisioni del Governo Renzi potevano, invece, essere tranquillamente evitate. Se le sommiamo al decreto ottimisticamente definito salvabanche, siamo ormai al cartellino rosso. Ennesimo rinvio sul futuro dei risparmiatori, ennesimo pasticcio sul futuro del sistema delle banche di credito cooperativo.

In questo quadro estremamente confuso, è necessario mantenere stabile una rotta. Per Cgil e Federconsumatori la meta è quella che deve consentire di chiudere con giustizia e dignità il passato (e ci riferiamo ai diritti dei risparmiatori e all’accertamento delle responsabilità di chi ha creato il dramma) e di aprire una nuova fase che consenta la nascita e l’affermazione di un nuovo soggetto del credito che sia davvero elemento di sostegno alla ripresa economica della provincia di Arezzo e della Toscana. E che consenta di dare una prospettiva non solo ai dipendenti della banca ma anche a quelli delle tante imprese che hanno rapporto con l’istituto.

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