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VOUCHER. “FIRMATE L’APPELLO E VENITE IN PIAZZA CON NOI”. SUSANNA CAMUSSO SCRIVE AGLI ISCRITTI

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La Cgil ha indetto per il 17 giugno 2017 una manifestazione nazionale
straordinaria. Straordinaria perché urgente, straordinaria perché
parla soprattutto di democrazia, straordinaria perché contesta
comportamenti antidemocratici che non hanno precedenti nella storia
repubblicana.
I fatti: dopo una consultazione straordinaria delle iscritte e degli
iscritti, la Cgil presenta una proposta di legge per una Carta dei
diritti universali del lavoro e tre quesiti referendari a sostegno
(art. 18, voucher, responsabilità solidale negli appalti).
Sulla Carta e sui quesiti referendari la Cgil raccoglie 4,5 milioni di
firme. La Corte Costituzionale accoglie 2 referendum e il Governo
fissa la data del referendum per il 28 maggio 2017, mentre alla Camera
dei Deputati in commissione Lavoro viene messa in discussione la
proposta di legge. Il 21 aprile il Parlamento converte in legge un
decreto del Governo che abroga le leggi sottoposte a referendum
popolare. Il Presidente del Consiglio motiva la decisione con la
necessità di non dividere il Paese.
Di conseguenza decadono i referendum, che – ricordiamolo sempre – sono
l’unica forma di democrazia diretta, prevista dalla Costituzione per
far valere l’opinione dei cittadini sulle leggi del nostro Paese. Il
27 maggio, il giorno prima della data originariamente fissata per il
referendum, alla Camera, in Commissione Bilancio si reintroducono i
voucher. Ho riepilogato i fatti perché rendono evidente che il
Governo e il Parlamento non hanno abrogato i voucher ma i referendum,
ovvero il diritto dei cittadini di esprimersi.
Per sottolineare che mai era avvenuta una violazione così palese
dell’art. 75 della Costituzione. Che un Parlamento e un Governo che in
35 giorni votano una legge e poi il suo contrario, minano la loro
credibilità ed autorevolezza e la stessa fiducia nelle Istituzioni.
Non hanno avuto il coraggio di confrontarsi a viso aperto sul merito
dei quesiti, ma ci hanno solo impedito con l’inganno di votare ai
referendum. Bisogna impedire che questo diventi un precedente da
imitare in futuro per impedire referendum non graditi. La Cgil nella
sua storia si è sempre battuta per difendere la democrazia e le sue
regole, perché in quella difesa, c’è la difesa della libertà nel
lavoro, la cittadinanza del lavoro.
Per questo Ti chiediamo di sottoscrivere l’appello intitolato
“Schiaffo alla Democrazia” (nei banchetti o sul sito della Cgil) e di
partecipare alla manifestazione nazionale del 17 giugno. Schiaffo alla
democrazia è il primo punto della nostra manifestazione, ma non
manchiamo nel sottolineare che grave è anche il merito del
provvedimento.
Ancora una volta si decide una forma di lavoro precario (poco importa
che cambi il nome) senza definire per quali finalità, con l’evidente
effetto dumping rispetto ad altre forme contrattuali. Non è vero che
sia un contratto di lavoro perché non prevede nessun diritto.
Ovviamente si potevano regolare le prestazioni occasionali per le
famiglie, noi stessi abbiamo presentato una proposta nella Carta dei
Diritti (articoli 80, 81); definendo quali sono le prestazioni
occasionali. Si è voluto invece estendere un lavoro occasionale mai
definito alle aziende (fino a 5 dipendenti vuol dire la stragrande
maggioranza) e alla pubblica amministrazione.
Inutile poi sottolineare che la sbandierata promessa di un confronto
con le parti sociali per definire la materia si è trasformata in
colloqui individuali per avere un’opinione sugli emendamenti
presentati in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati.
Ovviamente la nostra iniziativa non si ferma e solleveremo
l’illegittimità di queste decisioni presso la Corte Costituzionale.
Respingiamo questo “Schiaffo alla Democrazia”, rilanciamo le ragioni
del lavoro, incontriamoci il 17 giugno in Piazza San Giovanni a Roma.

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