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“Clouditalia: dipendenti salvi, sede a rischio”

2 ottobre 2019

Non ci sono lavaoratori in esubero a Clouditalia ma è la stessa sede di Arezzo a essere a rischio. E’ quanto emerso dopo un incontro con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.
“Clouditalia ha comunicato – affermano i sindacati – che il progetto di fusione e incorporazione delle varie aziende componenti Irideos non prevede esuberi, in quanto le attività, le professionalità delle esperienze unificate sono pienamente integrate e non generano duplicazione di ruoli”.

Non solo, proseguendo sul fronte delle notizie positive, i sindacati spiegano che “il progetto di fusione tra le varie società acquisite nell’ultimo biennio prosegue come da programma e i risultati economici sono in linea con le previsioni e con gli obiettivi posti alla base del progetto Irideos, la nuova proprietaria di Clouditalia. Il primo semestre 2019 si è concluso con un risultato positivo nonostante la riduzione del fatturato”. I sindacati hanno chiesto e ottenuto garanzie in tema di occupazione ma allo stesso tempo hanno esresso “forti preoccupazioni circa la situazione del ciclo produttivo di Arezzo alla luce delle voci trapelate circa una unificazione con le altre sedi toscane, segnatamente Siena e Firenze, che vedrebbe i lavoratori trasferiti a Firenze. Le organizzazioni sindacali nazionali, ed in particolare quelle territoriali di Arezzo, hanno chiaramente manifestato la loro contrarietà a questa ipotesi”.

L’allarme era già scattato agli inizi del mese di settembre, ma pare che esitano i margini per una trattativa: “L’azienda – concludono i sindacati – ha tenuto a precisare che ad oggi non ci sono in calendario iniziative di unificazione per le sedi toscane e che l’unica problematica che emerge sulla sede di Arezzo deriva dal fatto che questa è in gestione alla curatela fallimentare (ex Eutelia) e pertanto ha un contratto di un anno, rinnovabile di anno in anno.
La politica aziendale non prevede investimenti in immobili, non ha acquistato sedi e non intende acquistarne. Pertanto finché l’edificio, ad oggi in fitto, non sarà venduto l’azienda conta di proseguire le attività nell’immobile. Alla sua eventuale vendita l’azienda chiederà all’acquirente di poter proseguire con il contratto di fitto”.

Un nuovo incontro tra sindacati e azienda è stato messo in calendario per novembre.

Fonte: “La Nazione”

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