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Il trasporto nelle aree “deboli”: rischi per i servizi e per l’occupazione

Nota unitaria dei sindacati dei trasporti Cgil, Cisl, Uil, Faisa e Ugl

Le aree potranno anche essere “deboli”. Ma il servizio di trasporto non lo dovrà essere. I sindacati dei trasporti Cgil, Cisl, Uil,  Faisa e Ugl sono preoccupati per la qualità e la quantità del servizio che avranno i cittadini e per l’occupazione.

La Regione Toscana è nella fase di affidamento di quelli che la burocrazia definisce “Servizi Rete Debole” su base provinciale: interessa le aree e quindi le linee meno frequentate.

“Il rischio concreto – afferma Luigi Mori, Segretario Filt Cgil – è quello di isolare completamente zone già penalizzate. Quello della provincia di Arezzo è un territorio morfologicamente articolato e quindi sono diversificate sia la domanda che le esigenza di mobilità sostenibile. La Regione deve definire i progetti con i Comuni e la Provincia per evitare  tagli e ristrutturazioni destinati a ridurre considerevolmente i chilometri di servizi attualmente erogati in aree quali  Casentino, Valtiberina, Valdichiana Aretina e Valdarno”.

Si parla di aree deboli ma – come ricorda Luca Attoniti, Responsabile Fit Cisl –  si tratta di circa 1.535.000 chilometri, attualmente gestiti da Autolinee Toscane, aggiudicataria del bando unico regionale. In futuro, come previsto da delibere sia della Giunta regionale che di quella provinciale, i progetti di “Servizi Rete Debole” saranno direttamente gestiti dai 33 Comuni della provincia di Arezzo”.

Un progetto che sta evidenziando numerose criticità: “confermiamo quanto diciamo da tempo in ogni sede, sia negli incontri istituzionali che ai tavoli tecnici – sottolinea  Alfonso Marzi, Responsabile Uiltrasporti. Siamo preoccupati delle eventuali ricadute occupazionali in un settore già profondamente segnato da continui tagli e da una mancanza di prospettiva di consolidamento e di sviluppo”.

Un forte elemento di criticità riguarda l’organizzazione dei servizi a terra: “siamo consapevoli – afferma Fabrizio Bertocci, Segretario della Faisa – che i lotti territoriali dovranno prevedere  la delicata gestione degli aspetti commerciali. Quindi bigliettazione, orari, fermate e tutto ciò che interessa il servizio in concessione. Auspichiamo che i nuovi soggetti aggiudicatari siano già strutturati per queste fondamentali attività”.

Infine – ma non certo in ordine d’importanza – il tema della sicurezza: “sia i conducenti che i cittadini – dichiara Marcello Boscagli, Responsabile Ugl Provinciale, devono avere la sicurezza che i mezzi impiegati siano idonei e che le strutture logistiche siano adeguate èpetr gartantire qualità e continuità del servizio. una continuazione di servizio”.

I sindacati dei trasporti Cgil, Cisl, Uil, Faisa e Ugl hanno incontrato la Presidente della Provincia, Silvia Chiassai e i dirigente del settore mobilità dell’Ente. Intendono continuare i confronti con la Regione e i Comuni e si dichiarano disponibili a partecipare attivamente ai tavoli tecnici predisposti dagli enti locali. I sindacati ricordano di aver già preteso dalla Regione  uno stanziamento aggiuntivo di 80 milioni di euro per la formazione professionale e annunciano iniziative della categoria qualora il progetto “Servizi aree deboli” evidenzi ricadute occupazionali e salariali, nonché carenze di servizi per i cittadini.

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