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Le contraddizioni del governo: salario minimo e appalti pubblici

“Il codice degli appalti è sospeso fino al 31 dicembre 2020”: questo prevede un emendamento della Lega al Decreto Legge “sblocca cantieri,” annunciato da Matteo Salvini, presentato in Aula al Senato. In sostanza, tale proposta rischia di portare ad una sorta di legge della giungla, dove la concorrenza sleale avrebbe la meglio sulle imprese regolari, dove i diritti dei lavoratori e la loro sicurezza, diverrebbero carta straccia.

Il lavoro povero si trova, nel 99% dei casi, proprio negli appalti pubblici, in offerte in cui la manodopera è soggetta a ribassi del 40%, che possono a loro volta essere subappaltati e ribassati ulteriormente, spiega Antonella Pagliantini segretario  generale della FILLEA CGIL di Arezzo.

Per evitare ciò, sono state introdotte in Italia delle norme, conosciute come il “Codice dei contratti pubblici”, che regolano lavori, forniture, servizi e concessioni. Spiega sempre Pagliantini:

Questi limiti sono visti in Europa come incomprensibili, ma nella nostra realtà, per gli addetti ai lavori del nostro Paese, sono ritenuti necessari per fermare gli abusi e lo sfruttamento del lavoro negli appalti.
Le direttive europee sono forse un po’ distanti dal contesto italiano, ma per l’Italia c’era Salvini quando a Bruxelles le hanno elaborate: forse il Ministro si era distratto, forse si vergognava di dire che l’Italia, ancora oggi, per garantire gli standard europei di trasparenza e concorrenza, deve fare codici degli appalti che mettono a rischio l’incolumità dell’Amazzonia.

La proposta della Lega è stata valutata dal sindacato come un regalo alla mafia e alla corruzione, come un’idea, apparentemente folle, che premia la parte peggiore del Paese:

Ma c’è fretta: dopo un anno questo Governo rischia di non venir ricordato neanche per un ponte, una scuola, una strada; occorre andare spediti, quindi, come accade da anni lasciamo che sia il mercato a governare il Paese, la politica ammette così la propria incapacità di risollevare le sorti dell’economia, ma non si deve far finta di non sapere che la malavita sia legata al malaffare, perché non ci crede nessuno.

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