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Settore turismo: non ci sono fannulloni ma regole non rispettate

Bianconi: "lo confermano i dati dell'Ispettorato nazionale del lavoro"

“Davvero l’Italia è il Paese dove le persone rifiutano di lavorare nel settore del turismo, preferendo magari il reddito di cittadinanza o addirittura non fare nulla? Davvero ci sono situazioni di questo tipo che comprometterebbero il presente e il futuro dei comparti della ristorazione e dell’alberghiero?”. Claudio Bianconi, Segretario provinciale della Filcams Cgil, pone la domanda e offre una risposta: no.

“La realtà è ben diversa. Noi denunciamo da tempo che il turismo è il settore dove più che in altri, si annidano quantità importanti di lavoro sommerso e grigio. Parzialmente regolato dal contratto nazionale del settore, e dove buona parte delle lavoratrici e dei lavoratori sono stagionali, o a chiamata o in qualche caso anche in appalto.  Denunciamo da tempo orari di lavoro troppo lunghi, ore straordinarie retribuite in qualche modo, un’offerta economica ridicola e la richiesta, spesso, di ‘apprendisti esperti'”.

A sostegno di questa tesi, Bianconi cita un comunicato dell’Ufficio Comunicazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. “I dati sono nazionali – specifica il Segretario della Filcams. Noi non disponiamo dei dati provinciali ma possiamo ipotizzare che il senso dei numeri nazionali si possa applicare anche a livello locale”.  Nel giorno di ferragosto, sono state ispezionate 211 aziende, in larga prevalenza nel settore dei pubblici esercizi, della ristorazione, della ricettività turistica e quello che è emerso è che 7 aziende su 10 operano con lavoratori in nero. Grazie all’intervento delle task force dell’Ispettorato e dei Carabinieri è emerso che su 211 aziende, ben 149, pari a circa il 71%, sono risultate irregolari immediatamente; 58 aziende sono state chiuse con provvedimento di sospensione dell’attività con violazioni in materia di busta paga e di tracciabilità dei pagamenti.  I controlli hanno evidenziato irregolarità in merito alla sicurezza del lavoro, a forme spurie di cooperative, agli orari di lavoro, all’illecita somministrazione di manodopera e ai trattamenti contrattuali applicati ai lavoratori. Sono stati rintracciati 312 lavoratori irregolari e tra questi non possono non fare riflettere gli 11 minori irregolari, intenti a lavorare in nero o oltre le ore 22.

“La fonte di questi dati e i numeri stessi – sottolinea Bianconi – penso non abbiano bisogno di commenti.  Dovrebbe apparire fin tropo evidente quanto ancora ci sia da fare; come si importante rafforzare il numero dei controllori e dei controlli ma anche la necessità di far crescere una cultura quanto più diffusa del rispetto e della Legalità. Noi come sempre, continueremo a fare la nostra parte, disponibili al confronto e alla ricerca delle soluzioni migliori”.

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