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Fiom Fim Uilm: “chiudere subito le attività non essenziali”

Sciopero e lettera a istituzioni ed enti ispettivi

Chiudere le attività non essenziali. I sindacati metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm lo hanno ribadito con lo sciopero provinciale  e con una lettera inviata a Prefettura, Regione, Provincia, Ausl, Inps, Inail e Ispettorato del lavoro.

Confermiamo la nostra richiesta alle aziende del settore metalmeccanico ed orafo ed affini, che non svolgono attività strettamente essenziali e strategiche, di predisporre tutte le azioni necessarie per la chiusura immediata dell’attività lavorativa in applicazione del DPCM del 22 marzo 2020 e del buonsenso che ci deve contraddistinguere nell’affrontare questa emergenza sanitaria e contrastare il diffondersi del virus covid-19, nella salvaguardia dei lavoratori e dei cittadini tutti“.

I segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm (Alessandro Tracchi, Ilaria Paoletti e Davide Materazzi) hanno anche chiesto “l’attivazione della specifica cassa integrazione introdotta dal Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 oppure dal FSBA per le aziende artigiane“.

I sindacati metalmeccanici non lasciano margini di dubbio: “nel caso in cui le aziende non predispongano la fermata, invitiamo i lavoratori a mettersi unilateralmente in ferie o permesso. Ad ulteriore salvaguardia, già da ieri abbiamo indetto lo sciopero, a copertura di tutte le ore o giornate che non potranno essere coperte da strumenti di legge quali cassa integrazione, FSBA, ecc., o strumenti contrattuali quali ferie o permessi, per fronteggiare il malessere e le paure generate dalla pandemia tra i lavoratori del nostro settore, indipendentemente dalle misure di sicurezza messe in campo dalle aziende del territorio“.

Tracchi, Paoletti e Materazzi hanno anche chiesto al Prefetto “di definire e dichiarare quali sono nello specifico le attività che si ritengono strettamente necessarie e strategiche nella provincia di Arezzo. Infine, per quelle aziende che saranno ritenute necessarie e strategiche chiediamo agli enti competenti di verificare l’applicazione del DPCM del 11 marzo e del protocollo del 14 marzo riguardo le disposizioni minime per garantire le condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro“.

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