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CESD – CEPU apre le porte al Sindacato, ordine del giorno una profonda Crisi Aziendale

Dopo vent’anni dalla sua fondazione ieri, 28 luglio, il sindacato entra nelle sedi di Cepu, infatti si è tenuta la prima assemblea sindacale dei dipendenti subordinati presso la “storica” sede di Sansepolcro e poi Cerbara ( questa trasmessa in streaming su tutte le sedi territoriali italiane). L’ordine del giorno era quello di condividere con i lavoratori subordinati un’ipotesi di accordo che permettesse di accedere agli ammortizzatori sociali nel tentativo di salvaguardare i livelli occupazioniali.

Dopo vent’anni dalla sua fondazione ieri, 28 luglio, il sindacato entra nelle sedi di Cepu, infatti si è tenuta la prima assemblea sindacale dei dipendenti subordinati presso la “storica” sede di Sansepolcro e poi Cerbara ( questa trasmessa in streaming su tutte le sedi territoriali italiane).

L’ordine del giorno era quello di condividere con i lavoratori subordinati un’ipotesi di accordo che permettesse di accedere agli ammortizzatori sociali nel tentativo di salvaguardare i livelli occupazioniali. Ad incontrare i lavoratori Cesd -CEPU c’erano oltre alla FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola  che avevano gestito la trattativa a livello nazionale, anche la FLC Provinciale di Arezzo e le Segretarie generali del Nidil CGIL di Perugia e di Arezzo.

L’ipotesi è passata con una ampia adesione dei lavoratori, ai quali è stata spiegata la trattativa apertasi nei mesi scorsi, con la richiesta e la piena disponibilità ad essere al loro fianco per gestire questa dura fase di crisi e profonda incertezza.

Ma questo è solo un primo passo, in quanto questa Società ha al suo interno una serie diversificata di forme contrattuali, molte delle quali anche cosiddette “atipiche”  (co.pro., partite iva, lavoratori in somministrazione).

Per capire come riuscire a gestire questa fase di crisi per questi lavoratori, i parasubordinati, la trattativa inizia da oggi, in quanto l’Azienda si è impegnata, su pressione del Nidil Cgil  ad aprire un tavolo entro settembre, mentre nelle sedi territoriali il Nidil Cgil della nostra provincia si rende da subito disponibile per fornire informazioni e dare assistenza a questa frammentata fascia di lavoratori (http://www.cgilarezzo.it/nidil oppure http://www.cgilarezzo.it/atipici-e-professionisti).

Il primo “allarme Cesd”, una società del Gruppo Cepu, si era attivato a giugno di quest’anno con la decisione del gruppo di avviare le procedure di licenziamento collettivo per gli 82 lavoratori presenti  oltre che nella «storica» sede di Sansepolcro, anche nelle altre due sedi di Città di Castello e Roma e prima ancora con la richiesta di concordato preventivo della societa’ “CORSI EDITATI SCHEDE DISPENSE S.R.L.” depositato al tribunale di Roma in data 16/04/2015 ricorso per l’ammissione al CONCORDATO PREVENTIVO procedura 34/2015 (iscritto nel registro delle imprese in data 16/04/2015 al Prot. N.88504/15)”.

Le Organizzazioni Sindacali, si sono immediatamente attivate per chiedere un incontro urgente al Ministero, e dopo una lunga trattativa, che ha visto il ritiro del licenziamento collettivo delle due sedi valtiberine e una nuova apertura di licenziamento collettivo per 143 lavoratori in tutte le sedi italiane,  ad oggi siamo arrivati ad una proposta di richiesta di poter accedere ad un contratto di solidarietà difensivo, proposta approvata con larga maggioranza dalle assemblee dei lavoratori subordinati, nonostante il profondo sacrificio che viene chiesto loro con il fine di poter non procedere al licenziamento di nessuno.

Nella settimana prossima in valtiberina, sia umbra che toscana continueranno le assemblee – ricorda il Responsabile Territoriale della Valtiberina Toscana Luca Gabrielli – questa volta dedicate ai lavoratori in somministrazione (ex interinali) e proseguiranno le assemblee per i collaboratori a progetto, iniziate nel mese di giugno,  in quanto la preoccupazione del sindacato – ribadisce Marusca Gaggi Segretaria Generale del Nidil CGIL e Maurizio Tacconi Segretario della FLC di Arezzo –  è di riuscire ad unire solidaristicamente tutti i lavoratori coinvolti, con ogni forma contrattuale utilizzata dalla azienda e dal gruppo, nel tentativo (in realtà in questi venti anni anni passati più volte cercato invano) di instaurare regolari relazioni sindacali con questa azienda, relazioni che si basino su una rappresentanza vera, e che ci permettano di ribadire che i diritti delle persone vanno salvaguardati e gli obblighi di legge rispettati”.

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