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CESD – CEPU: la preoccupazione del NIdil sul futuro della trattativa

30 settembre 2015

Credo che sia d’obbligo fare un piccolo excursus sugli eventi che velocemente si sono susseguiti nei mesi estivi, perchè bene vengano le interrogazioni parlamentari, ben venga aperto dibattito su tutto il mondo del lavoro “atipico”, occasioni preziose per le Organizzazioni sindacali di confrontarsi con un mondo che non ha contrattazione collettiva, che è non solo sempre più numeroso ma che è anche poco conosciuto e estremamente difficile da intercettare e rappresentare.
CESD ha fatto richiesta di concordato preventivo, o meglio di concordato in bianco, a metà aprile di quest’anno.L’azienda ha poi proceduto all’apertura della procedura di licenziamento collettivo per le due sedi storiche di Città di Castello e Sansepolcro, dove ci sono 89 dipendenti diretti (subordinati), azioni che hanno portato, stavolta diversamente dagli anni passati, all’attivazione di tavoli di trattativa con le OO.SS. Che si occupano del settore. Quella trattativa è riuscita a bloccare i licenziamenti e ha portato ad un accordo di solidarietà per tutti i lavoratori subordinati impiegati in CESD.
Ma attorno a quel mondo in CESD abbiamo incontrato, invece che singolarmente come capitava negli anni passati, in forma collettiva l’altro mondo, quello parallelo dei lavoratori atipici, dei collaboratori a progetto che in CESd si occupano di telemarketing, di tutoraggio, di docenze, di informatica…molti ancora in servizio presso CESD, altri che hanno terminato la loro collaborazione, molte donne con figli che hanno bisogno di flessibilità e fanno di necessità virtù, molti giovani laureati e non, in cerca di occupazione, disposti a tutto mentre cercano altro da fare, lavoratori che sono entrati in questo mondo fatto di lustrini e promesse e che sono rimasti impigliati nelle maglie delle proprie debolezze, e che timidamente hanno fatto capolino alle nostre sedi, luoghi non usuali per loro, ci hanno contattato da molte parti d’Italia, hanno chieto spiegateci e aiutateci a comprendere.
Non dimentichiamoci che questo mondo, già complicato, vedrà per azione del Jobs act superare le collaborazioni a progetto, infatti con il decreto attuativo sul riordino dei contratti dal 1 gennaio 2016 non sarà più possibile attivare nuove collaborazioni a progetto, restando salvo quanto già disposto dall’art 409 del Codice di Procedura civile. Quindi, se è vero che muoiono le co,pro. E le relative tutele legali, è altrettanto fuori discussione la rinascita dalle ceneri della disciplina introdotta dalla legge Biagi, delle vecchie collaborazioni coordinate e continuative (le c.d. co.co.co) che potranno ora persino svolgersi anche a tempo indeterminato e, comunque, senza il necessario rispetto di determinati standard normativi e retributivi con evidente arretramento dei regimi di tutela del prestatore di lavoro.
La norma comunque prevede che i contratti in essere, tuttavia, non saranno toccati dalla norma e continueranno ad esistere fino alla loro naturale scadenza, e dopo questa? I passa tremila collaboratori di CESD che fine faranno? Ecco una domanda che ci siamo posti, così come ci siamo posti il problema dei crediti che vantavano i collaboratori che si sono rivolti alle nostre sedi, così come ci siamo posti il problema del mancato versamento contributivo, necessario non solo per poter accedere alla discoll, ma anche per poter godere di un diritto sacrosanto come la maternità, perchè molte di queste collaboratrici, entrate nelle nostre sedi, erano in maternità e non ricevevano nessuna indennità, abbiamo attivato subito la procedura di richiesta di riesame in base all’art 13 del decreto legislativo 81 , che dal giugno di quest’anno rende l’automaticità della prestazione di questo istituto immediata, poi verranno le necessarie azioni di denuncia per il recupero dei contributi, ma intanto abbiamo operato affinchè queste ragazze potessero risolvere un problema immediato.
Per cui ben vengano le interrogazioni parlamentari, ben venga l’attenzione del Governo su questioni simili, legate a queste fasce di lavoratori e sullo loro debolezze e difficoltà. Ma quest’azienda non è nata ieri, la sua azione è storica, come Nidil di Arezzo siamo pienamento d’accordo con Leonardo Croatto della FLC Toscana, sul porsi il ragionevole dubbio del come un’azienda con oltre cento sedi e qualche migliaio di dipendenti possa operare fuori dai confini della legalità senza che INPS e Ministero del lavoro intervengano per tutelare gli interessi dello Stato, dei lavoratori e degli altri competitor sul mercato della formazione privata. Perchè il Sindacato verso questa azienda in questi anni le sue denunce le ha fatte, le sue battaglie, le sue cause le ha portate avanti, in molti casi le ha vinte, di contro possiamo dire che il sostegno delle Istituzioni non sempre c’è stato, vuoi per le difficoltà dell’attività della vigilanza in materia di lavoro e previdenza sociale vuoi per altre difficoltà di ordine diverso, quindi se diversamente da qualche anno fa oggi nasce l’interesse, bene! Ci auspichiamo però che sia portatore di azioni che ci sostengano, che siano di supporto fattivo alle azioni delle Organizzazioni Sindacali in questo momento assolutamente delicato per tutti i lavoratori coinvolti
L’impegno che a giugno, non senza fatica, eravamo riusciti a strappare all’azienda era di aprire subito dopo l’estate una trattativa con le Organizzazioni Sindacali completamente dedicata a quelle fasce di lavoratori.
Ad oggi però quel tavolo non si è aperto, perchè la situazione di CEPU è molto critica sia dal punto di vista di tenuta economica che da quello di gestione aziendale. Infatti ci risulta i conti della società al momento sono bloccati. Ovviamente questo crea un problema per il pagamento delle retribuzioni e per il recupero dei compensi arretrati dei collaboratori e delle p.IVA.
Inoltre c’è un forte rischio di fallimento della società che renderebbe molto difficile il recupero dei crediti vantati dai collaboratori e dai lavoratori con p.IVA, nonché dei contributi mancanti.
Tanti sono gli ordini di problemi che nella vicenda CESD stiamo cercando di gestire, e la risposta dei lavoratori ci conforta perchè sempre più numeosi si stanno rivolgendo alle nostre sedi in tutto il paese.
Marusca Gaggi
Segretaria Generale
Nidil Arezzo

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leggi articolo pubblicato su i-siena.it

 

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