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FLC: “Dal palco della Leopolda, Renzi si improvvisa pedagogista”

Dichiarazione di Maurizio Tacconi, Segretario provinciale Flc Cgil Arezzo
14 dicembre 2015

Dichiarazione di Maurizio Tacconi, Segretario provinciale Flc Cgil Arezzo

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi non ha dubbi: per rilanciare il nostro sistema scolastico bisogna sostenere l’insegnamento della lingua italiana, fin dalla scuola primaria.
E allora già dai primi anni avanti tutta con dettati e riassunti.
Ma il Presidente guarda lontano e aggiunge che in vista del 2021, quando ricorrerà il settecentismo anniversario della morte di Dante Alighieri, bisogna non solo sostenere la diffusione della lingua italiana all’estero ma anche rilanciare lo studio della nostra lingua nelle scuole del nostro paese.
In linea generale non si può non essere d’accordo con Matteo Renzi, ma due osservazioni vanno fatte.
La prima: siamo sicuri che dettati e riassunti servano davvero, fin dai primi anni della primaria?  Non sarebbe meglio che su una questione così squisitamente didattica si esprimessero pedagogisti e linguisti?
La seconda: se davvero Renzi è convinto che bisogna sostenere l’insegnamento dell’italiano, per quale motivo ha messo in piedi un meccanismo di “potenziamento” degli organici per il quale alle scuole che chiedono qualche insegnante di italiano in più vengono invece mandati docenti di educazione fisica, di diritto o addirittura di steno-dattilografia?

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