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JOBS ACT ULTIMO ATTO. Ovvero come ridurre la tutela della Salute nel Lavoro

21 giugno 2015

24 – 25 giugno 2015

Il valore di questa iniziativa

Si ripete dopo oltre due anni l’iniziativa di riunire i rappresentanti delle strutture Cgil che, a diverso titolo, si occupano di Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro oltre che di Inail.

E’ un’occasione importante per valutare e condividere i cambiamenti che hanno interessato l’Inail e, conseguentemente, mettere a fuoco, nel rispetto delle specifiche titolarità, una comune strategia.

Ringrazio la Segreteria Cgil, la Presidenza Inca, il Coordinamento SSL oltre che FP, FLC e FIOM per l’opportunità offertaci di questo confronto.

I riferimenti all’attualità e all’evoluzione delle relazioni tra la Cgil e i decisori non saranno affrontati e le nostre analisi si collocheranno nell’alveo della più generale analisi confederale.

Il nuovo Inail

Il percorso di realizzazione del “nuovo Inail” prende le mosse dal decreto legislativo 38/2000, che ha previsto:

  • la riduzione della monetizzazione del danno con l’innalzamento della soglia prevista per la liquidazione in capitale;
  • la maggiore equità nella valutazione del risarcimento con l’introduzione dell’indennizzo per il danno biologico;
  • l’incremento dei servizi per il sostegno del recupero della integrità psico fisica.

L’approccio esclusivamente assicurativo viene quindi superato, introducendo il principio della tutela globale integrata.

Nella stessa direzione si è mosso il decreto legislativo 81/2008 (come modificato dal decreto legislativo 106/2009); i decreti prevedono che:

  • “L’Inail può erogare prestazioni di assistenza sanitaria riabilitativa non ospedaliera, previo accordo quadro stipulato in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, su proposta del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, che definisca le modalità di erogazione delle prestazioni da parte dell’Inail, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”;
  • “Al fine di garantire il diritto degli infortunati e tecnopatici a tutte le cure necessarie ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni, l’Inail può provvedere utilizzando servizi pubblici e privati, d’intesa con le regioni interessate. L’Inail svolge tali compiti con le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza incremento di oneri per le imprese”. 

Da ultimo, la legge 190/2014 (Legge di stabilità 2015) prevede che “Sono attribuite all’INAIL le competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro, da realizzare con progetti personalizzati mirati alla conservazione del posto di lavoro o alla ricerca di nuova occupazione, con interventi formativi di riqualificazione professionale, con progetti per il superamento e per l’abbattimento delle barriere architettoniche sui luoghi di lavoro, con interventi di adeguamento e di adattamento delle postazioni di lavoro. L’attuazione delle disposizioni di cui al presente comma è a carico del bilancio dell’Inail, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. 

Con tale ultimo provvedimento le possibilità di intervento socio sanitario dell’Inail acquistano ancor più rilievo, arricchendo gli strumenti per la realizzazione della tutela globale integrata.

La nuova disposizione – integrata con gli altri provvedimenti in precedenza illustrati – risulta, infatti, pienamente coerente con la nozione di danno biologico introdotta dal decreto legislativo 38/2000, che incide sul valore uomo in tutta la sua concreta dimensione.

 

 

Il “cammino” del cambiamento

Il sostanziale cambiamento della missione dell’Inail risulta facilmente leggibile ripercorrendo le tappe conseguenti all’evoluzione normativa e allo sviluppo delle attività di indirizzo del CIV.

Il CIV ha delineato un disegno finalizzato a orientare, in maniera dinamica, il necessario percorso di evoluzione della missione e di rinnovamento dei fattori che concorrono all’erogazione delle tutele. Ripercorrendo tali strategie, che sono state progressivamente formalizzate attraverso le Relazioni programmatiche, si intende favorire la lettura dei risultati conseguiti e delle prospettive di intervento.

Politiche previdenziali più solidali

La Legge di stabilità 2014 ha previsto che:

  • tutte le rendite a superstiti conseguenti a infortuni con esito mortale, a partire dall’anno 2014, sono liquidate sul massimale di rendita, indipendentemente dal valore della retribuzione effettivamente percepita dal lavoratore;
  • la quota di indennizzo del danno biologico, per il quale il decreto 38/2000 non ha introdotto un meccanismo di rivalutazione automatico, venisse rivalutata con un provvedimento “una tantum” che ha consentito il  recupero, sia pure parziale, del valore di acquisto delle prestazioni erogate ai lavoratori infortunati e tecnopatici”. 

La Relazione programmatica 2016 – 2018 arricchisce questo percorso prevedendo di :

  • proseguire tutte le opportune iniziative per favorire l’introduzione di un meccanismo di rivalutazione automatica per l’indennizzo del danno biologico, di cui all’articolo 13, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, constatata la sostenibilità economica dell’innovazione a fronte dell’attuale gettito per premi e contributi dell’Istituto come ridotto dalla Legge di stabilità 2014.
  • proseguire le iniziative per ottimizzare il sistema di relazioni, tracciabilità, garanzia della privacy e accesso agli atti, per gli assicurati, i patronati le associazioni di rappresentanza dei lavoratori, migliorando gli strumenti e le soluzioni telematiche, anche attraverso la cooperazione applicativa e la archiviazione elettronica sostitutiva.

Nell’ambito delle strategie finalizzate all’equità e solidarietà contributiva, la Relazione programmatica 2016 – 2018 prevede di:

  • completare le analisi finalizzate a verificare le modalità per conseguire gradualmente l’equiparazione dell’attuale sistema di tutela assicurativa per i lavoratori dello Stato c.d. “gestione per conto” alla tutela assicurativa ordinaria
  • completare le analisi, previa verifica delle compatibilità economiche, per l’estensione della tutela assicurativa a soggetti che rivestono particolare rilievo sociale, quali gli studenti e i volontari nonché per attualizzare le modalità di tutela per le casalinghe, gli sportivi professionisti e i lavoratori parasubordinati.

 

Contenere i costi assicurativi mantenendo la qualità delle tutele.

Con la legge di stabilità 2014 si è avviato un percorso orientato al contenimento dei costi del premio Inail, con riflessi sul contenimento del costo del lavoro.

Affinché questo percorso non vada a scapito della qualità e dell’evoluzione delle tutele, occorre che siano ribaditi i principi di equità, di solidarietà tra gestioni, settori ed aziende e che gli oneri conseguenti alle prestazioni socio-sanitarie e quelli relativi alla ricerca, concorrano al calcolo delle tariffe.

Per questo la Relazione programmatica 2016 – 2018 prevede di:

  • concludere le analisi e prospettare gli scenari conseguenti alle simulazioni da effettuare per “… l’aggiornamento delle tariffe dei premi e contributi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. L’aggiornamento dei premi e contributi è operato distintamente per singola gestione assicurativa, tenuto conto dell’andamento economico, finanziario e attuariale registrato da ciascuna di esse e garantendo il relativo equilibrio assicurativo, nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38.” (articolo 1, comma 128, della legge di stabilità 2014).

 

Tutela della salute: la nuova centralità Inail

Rilevante è risultato il lavoro di evoluzione normativa portato a conclusione dal Ministro del Lavoro Cesare Damiano con il decreto legislativo 81/2008.

Ciò ha permesso all’Inail di realizzare:

  • in campo protesico:
  • l’apertura della filiale del Centro protesi a Roma presso l’ex CTO;
  • l’apertura del  punto di assistenza protesica a Napoli;
  • per la riabilitazione ambulatoriale:
    • l’apertura di  un ambulatorio di fisiokinesiterapia a Roma presso l’ex CTO;
    • il consolidamento e la ristrutturazione e arricchimento delle  attrezzature dell’intera rete degli ambulatori di fisiokinesiterapia, attualmente presenti nelle città di: Alessandria, Asti, Bari, Brescia, Budrio, Catania, Caltanissetta, Firenze, Mantova, Messina, Palermo, Roma, Volterra;
    • la valorizzazione del ruolo del Centro di Riabilitazione motoria di Volterra;
  • per le cure sanitarie:
  • il riconoscimento dei livelli integrativi di assistenza con oneri a carico dell’Inail. In particolare:
  • è stato introdotto il rimborso degli oneri sostenuti dagli infortunati e tecnopatici per l’acquisto dei necessari farmaci di fascia C non dispensati dai Servizi sanitari regionali;
  • sono stati sottoscritti i protocolli in tutte le Regioni, fatta eccezione per la Sardegna;
  • sono state sottoscritte le convenzioni attuative con le Giunte di: Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Trento, Sicilia, Toscana Umbria, Valle d’Aosta, Veneto;
  • sono stati sottoscritti contratti con 76 strutture pubbliche e/o private accreditate nei territori di: Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia,  Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto; sono in fase di perfezionamento gli accordi con altre 315 strutture.

I confronti per costruire le intese con i SSR per estendere le tutele a tutti gli infortunati e tecnopatici, hanno evidenziato un atteggiamento molto discutibile da parte di alcune Giunte regionali che, almeno in una prima fase, si sono atteggiate in aperta contrapposizione rispetto alla possibilità di garantire un percorso di tutela privilegiata agli infortunati.

Dopo 24 mesi dal Protocollo quadro con la Conferenza Stato-Regioni, la situazione è davvero preoccupante; solo il 25% dei potenziali utilizzatori dei Livelli Integrativi Assistenziali ha realmente la possibilità di ricorrere a tale tutela, mentre il restante 75% si deve misurare con una situazione di diritti negati.

Per questo la Relazione programmatica 2016 – 2018 indica la necessità di portare a regime il sistema dei convenzionamenti con i Servizi Sanitari Regionali e la contrattualizzazione con le strutture sanitarie convenzionate.

Un capitolo a sé va riservato alle iniziative che l’Inail, da almeno 4 anni, promuove per sollecitare i Servizi Sanitari Regionali interessati a collaborare con Inail per la costruzione di due poli di eccellenza.

Oggi esistono le condizioni per concludere il processo per la realizzazione del Polo di eccellenza per i danni derivanti dall’inalazione di polveri e fibre, in particolare quelle di amianto. Mentre si continuano a ricercare, con i Servizi Sanitari Regionali, le opportunità per realizzare il Polo di eccellenza per le patologie derivanti da danni all’apparato muscolo scheletrico, dalle lesioni midollari e cerebrali. In tali centri dovranno essere realizzati, secondo le modalità della “ricerca accanto al letto”, protocolli terapeutici e riabilitativi ad alta specializzazione da utilizzare per la definizione, la gestione e l’aggiornamento degli accordi con i Servizi Sanitari Regionali.

L’abbandono della Regione Toscana, dopo due anni di negoziati, del tavolo per aprire il Polo di eccellenza per le lesioni muscolo-scheletriche presso l’Ospedale di Careggi, sta ritardando la ricerca Inail in campo sanitario a danno della qualità delle tutele.

In sintesi

È la TUTELA GLOBALE INTEGRATA il cardine di una nuova strategia Cgil nell’Inail a favore di infortunati e tecnopatici.

Reinserimento lavorativo: uno strumento per evitare espulsioni e licenziamenti

E’ la legge di stabilità 2015 che, grazie ad una efficiente azione di lobby dei Comitati territoriali Inail, ha aperto lo spazio per una maggiore tutela contro i licenziamenti post infortunio o conseguenti alle malattie professionali.

La norma da noi voluta non prevede automatismi per l’adattamento del posto di lavoro al fine di renderlo compatibile alle residue capacità lavorative dell’infortunato, né l’obbligatorietà di attribuire lo stesso a nuove mansioni.

La legge attribuisce invece all’Inail nuovi compiti in materia di reinserimento lavorativo e la possibilità di finanziare le necessarie modifiche del processo lavorativo.

Il nostro ruolo è quello di promuovere le azioni capaci di rendere esigibile tale opportunità.

Le attività finalizzate al reinserimento lavorativo dovranno basarsi su Progetti riabilitativi individualizzati definiti dalle equipe multidisciplinari, al fine di supportare efficacemente gli assicurati nel percorso finalizzato a garantire la continuità lavorativa. In fase di prima attuazione le risorse finalizzate a tali attività dovranno essere prioritariamente dedicate alla risoluzione delle situazioni che, anche a fronte di menomazioni di non elevata gravità, richiedono interventi in grado consentire la continuità lavorativa.

A tal fine proprio oggi prenderà il via il percorso per l’attuazione di tale norma con la conseguente modifica del Regolamento per l’erogazione agli invalidi del lavoro di dispositivi tecnici e di interventi di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione.

Inoltre, l’Inail proseguirà nella realizzazione dei Piani riabilitativi individuali garantendo un approccio integrato che, attraverso le “équipes multidisciplinari”, consenta di sostenere tutti i bisogni della persona infortunata o affetta da malattia professionale.

In sintesi

Il reinserimento, o meglio la non espulsione, esige un’azione coordinata tra delegati sindacali, patronato e Inail per cercare le condizioni per agirlo. 

La prevenzione è……

La prevenzione è, in primis, organizzazione del lavoro.

Le resistenze datoriali in materia, e la minore incisività, nella crisi, del ruolo del sindacato evidenziano risultati modesti nell’orientare l’organizzazione del lavoro a favore della salute e sicurezza e del benessere psicofisico dei lavoratori.

Per facilitare il percorso negoziale in materia l’Inail ha messo a disposizione risorse economiche orientate all’innovazione tecnologica per migliorare la sicurezza dei lavoratori.

Questa iniziativa, fortemente voluta e sostenuta nell’ambito delle strategie del CIV, si è concretizzata con le seguenti iniziative:

  • nel quinquennio  2010 – 2015 sono stati stanziati complessivamente oltre 1 miliardo e trecento milioni di euro per Incentivi alla Sicurezza delle Imprese (Bandi ISI) e per il Finanziamento alle Imprese Per l’Innovazione Tecnologica (Bandi Fipit);
  • gli incentivi sono stati finalizzati a migliorare, oltre gli obblighi di legge, le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso interventi organizzativi o di innovazione tecnologica dei processi produttivi;
  • per i Bandi ISI è stato previsto un punteggio premiale per i progetti realizzati con il coinvolgimento degli RLS e degli RLST;
  • per i Bandi Fipit è stato previsto, quale requisito di ammissione, il visto di replicabilità dei progetti da parte degli organismi paritetici o bilaterali.

La prevenzione è, anche, forte sostegno ai soggetti del sistema relazionale deputato alla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per questo l’Inail è impegnato a strutturare, sulla base delle esperienze maturate, un percorso per la progettazione ed erogazione della formazione a contenuto prevenzionale, orientato ai soggetti che il legislatore ha individuato quali attori della prevenzione nei luoghi di lavoro.

Il compito dell’Inail sarà prioritariamente quello d’identificare contenuti e modalità di somministrazione dei corsi di formazione avvalendosi, per l’erogazione degli interventi, dei soggetti accreditati o previsti dal Decreto legislativo 81/2008.

Ed inoltre Inail è impegnato a sviluppare la funzione di informazione attraverso il coordinamento e l’omogeneizzazione delle banche dati in possesso dell’Istituto, sia a fronte delle esigenze interne (orientamento delle politiche prevenzionali, supporto all’azione assicurativa), sia a sostegno dei soggetti esterni a diverso titolo impegnati nel campo della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

In tal modo sarà anche possibile fornire nuovo impulso alla realizzazione del sistema informativo per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) che, a oltre un quinquennio dalla sua istituzione, non è stato ancora avviato in produzione in attesa dell’emanazione di provvedimenti regolamentari da parte del competente Ministero.

In sintesi

Prevenzione è:

– modifiche all’organizzazione del lavoro;

– innovazione tecnologica; 

– sviluppo delle relazioni in azienda tra gli attori della prevenzione.

E’ la ricerca il motore della prevenzione

L’incorporazione nell’Inail dell’Ispesl non è stata il risultato di una valutazione strategica, ma la necessità di riportare sotto controllo una situazione border line e al tempo stesso di ridurre gli oneri a carico della fiscalità generale per la ricerca orientata al sistema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Ricerca e incorporazione dell’Ispesl si sono rivelati opportunità che hanno accresciuto il ruolo dell’Inail in campo prevenzionale.

Negli esercizi 2011-2015 sono state stanziate risorse per la ricerca e l’innovazione tecnologica incrementando, con oneri a carico del bilancio dell’Inail, il contributo concesso dallo Stato di oltre il cento per cento per ogni annualità (per un ammontare di circa 120 milioni di euro/anno); inoltre è stata orientata l’attività di ricerca in direzione della prevenzione, della ricerca medica, della riabilitazione e del reinserimento sociale e lavorativo. Tale obiettivo troverà piena attuazione nel Piano della ricerca 2016 – 2018 che, di fatto, rappresenta il primo piano della ricerca Inail.

Si tratta di qualificare  le modalità di esecuzione delle attività di ricerca sugli standard europei e di sostenere, a partire dalla raccolta e diffusione delle buone prassi, proprio il concetto di cultura della sicurezza che deve concretizzarsi in infrastruttura: rete – reale e virtuale – attraverso la quale, tramite l’indagine scientifica e il rigore metodologico e applicativo, analizzare:

  • le cause degli infortuni più gravi e di quelli più frequenti;
  • le patologie più ricorrenti, quelle emergenti e la loro evoluzione;
  • i fattori di rischio;
  • i processi produttivi, la  loro organizzazione ed evoluzione;

al fine di individuare soluzioni in grado di incidere concretamente sui livelli di     sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

È necessario, inoltre, supportare lo sviluppo dei modelli relazionali tra gli attori della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso la ricostruzione e la messa a disposizione del patrimonio di conoscenze, studi e accordi sottoscritti.

 

In sintesi


Un nuovo piano di ricerche per individuare soluzioni alle criticità dell’organizzazione del lavoro.

All’evoluzione della missione Inail deve corrispondere un nuovo modello organizzativo

I profondi cambiamenti in termini di missione dell’Inail necessitano una rivisitazione del modello organizzativo. Ciò si sta realizzando in un quadro di vincoli esogeni che costituiscono forte limitazione all’azione innovatrice. La criticità più rilevante riguarda la possibilità di intervenire e rimodulare i differenti fattori che concorrono al percorso di realizzazione delle tutele.

La politica del personale costituisce uno degli aspetti di questa criticità. Il complesso percorso di riorganizzazione avviato dall’INAIL ha, infatti, bisogno di essere sostenuto da strumenti motivazionali atti a favorire la positiva, qualificata cooperazione di tutti i lavoratori dell’Istituto.

E’ proprio per sostenere concretamente tale percorso che si rende necessario richiedere ai Ministeri vigilanti la condivisione di specifiche, mirate soluzioni per affrontare e risolvere le criticità riferite a:

  • i vincoli che precludono ogni progressione professionale alle risorse che hanno effettuato un percorso di formazione-lavoro;
  • l’impossibilità di assumere i vincitori di concorso pubblico la cui graduatoria è stata definita nel 2007;
  • i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • la  disomogeneità contrattuale;
  • le disposizioni che non consentono l’erogazione di percorsi di formazione continua finalizzati alla motivazione, all’aggiornamento e alla riqualificazione professionale;

Una ulteriore criticità è rappresentata dalla composizione quali-quantitativa delle professionalità presenti nell’INAIL che non corrispondono compiutamente alle esigenze determinate dai nuovi compiti assunti dall’Istituto. E’ necessario, anche in considerazione dei rilevanti limiti posti all’autonomia gestionale dell’Ente, riconsiderare puntualmente:

  • i fabbisogni di nuove professionalità (fisioterapisti occupazionali, psicologi, project manager informatici, ingegneri gestionali, …);
  • le esigenze di riqualificazione professionale;
  • la collocazione organizzativa delle nuove professionalità da acquisire il cui apporto – per  essere massimizzato – richiede una collocazione, in ottica di processo, all’interno delle singole strutture, superando  l’attuale modello e i conseguenti profili professionali; in questo ambito le possibilità di assunzione previste dalle norme per il comparto della ricerca costituiscono una rilevante opportunità.

Non vi è cambiamento senza una politica per la crescita e la riqualificazione professionale

Una più efficace definizione dei percorsi formativi rivolti all’insieme del personale Inail con riferimento alla formazione “continua” e a quella “obbligatoria. Il Piano formativo 2016 – 2018 dovrà essere finalizzato ad azioni di supporto e motivazione per sostenere il processo di riorganizzazione conseguente alla assunzione dei nuovi compiti dell’Istituto.

Il processo di riorganizzazione aziendale, i nuovi compiti in campo prevenzionale, socio-sanitario e della ricerca, richiedono anche azioni di addestramento, aggiornamento e riqualificazione professionale per tutte le componenti della “comunità” Inail e, in particolare, per:

  • gli organi e organismi della partecipazione;
  • i dirigenti e i funzionari che svolgono attività di relazione con l’utenza;
  • i professionisti, per i quali è previsto l’obbligo di aggiornamento periodico.

E’ necessario predisporre un piano delle attività di addestramento, aggiornamento e riqualificazione professionale che sia in grado di assicurare il coordinamento e l’omogeneità delle azioni in tutte le articolazioni dell’Istituto.

Particolare rilievo assume l’addestramento a fronte dell’innovazione digitale che, in considerazione dell’incremento della domanda da parte dell’utenza e della riduzione del personale, rappresenta una leva strategica.

Per il cambiamento occorre il protagonismo dei lavoratori

Le politiche del personale rappresentano una leva fondamentale per l’attuazione del percorso di cambiamento dell’Inail.

L’articolazione contrattuale dei lavoratori che operano nell’Inail è la seguente:

  • contratto EPNE (circa 9mila lavoratori);
  • contratto della Ricerca (circa 700 lavoratori);
  • contratto dei metalmeccanici (circa 150 lavoratori);
  • contratto dei poligrafici (circa 50 lavoratori);
  • contratto portieri (2 lavoratori).

Inoltre, il contratto EPNE prevede specifiche articolazioni per le aree:

  • dirigenziali;
  • professionali (medici, avvocati, statistici, ingegneri, architetti, informatici, specialisti delle diverse discipline per l’accertamento dei rischi professionali).

Tale situazione comporta un indebolimento dell’azione negoziale in merito alla riorganizzazione del lavoro e dell’efficacia delle azioni di attuazione degli obiettivi strategici e operativi.

Verso una piattaforma per un’azione comune a tutte le articolazioni contrattuali?

L’informatica è strumento utile a…..

Per una rapida crescita di efficienza occorre affrontare le aree tematiche che richiedono cooperazione tra le strutture individuando soluzioni che permettano di gestire le interdipendenze. In tal senso sarà necessario integrare con specifiche professionalità le risorse interne all’Istituto, utilizzando in maniera mirata le deroghe al blocco del turnover. Sarà così anche possibile accrescere l’autonomia della governance IT rispetto ai fornitori.

In sintesi

Per sostenere il ruolo Inail a favore della 

TUTELA GLOBALE INTEGRATA

occorre il protagonismo dei lavoratori per ridisegnare un nuovo modello organizzativo dell’Inail.

Nessun tesoretto Inail

In merito alle risorse economiche dell’Istituto occorre con tenacia affermare:

  • sbaglia chi valuta la situazione economica dell’Istituto dalla sola lettura del conto economico!

L’Inail, in quanto istituto assicuratore, deve essere valutato anche sulla base del bilancio attuariale che è in fase di costruzione.

La redazione del bilancio attuariale comporterà anche la definizione dei criteri per la valutazione del patrimonio e della esigibilità dei crediti, in particolare di quelli riferiti alla gestione agricoltura.

Nei prossimi mesi, inoltre, saranno eseguite le necessarie verifiche sulla sostenibilità economica delle riduzioni tariffarie introdotte dalla Legge di stabilità 2014 per il triennio 2014 – 2016.

Altro aspetto rilevante per valutare correttamente la salute economica dell’Inail è il rendimento del patrimonio mobiliare e immobiliare che, attualmente, e composto per la quasi totalità da liquidità depositate nella Tesoreria unica dello stato a rendimento zero.

Sbaglia, quindi, anche che si riferisce al patrimonio dell’Inail qualificandolo come “tesoretto”.

Il patrimonio rappresenta una riserva a garanzia dei pagamenti futuri di una quota significativa delle rendite attualmente costituite.

Il corretto funzionamento di tale meccanismo assicurativo consente di contenere in maniera rilevante gli oneri a carico delle future generazioni per far fronte alle prestazioni da erogare.

Per questo:

  • sono stati attuati interventi per l’incremento della redditività del patrimonio mobiliare;
  • sono state attuate iniziative per la messa a reddito dei beni immobili e per il disinvestimento degli asset inutilizzati, o scarsamente utilizzati, e che presentano elevati costi di gestione.

In sintesi

Le tutele hanno bisogno di ricorse economiche crescenti.

Qualche considerazione

Solo una forte identità ed un gioco di squadra tra tutti i soggetti che interagiscono con l’Inail saranno in grado di definire una strategia condivisa per rendere sempre più l’Istituto soggetto strategico nel più generale percorso di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Per questo occorre che, a partire dai mutamenti strutturali della missione Inail, si individuino nuove modalità per l’esigibilità dei diritti e per l’estensione degli stessi.

Nello scontro sempre presente nelle organizzazione complesse occorre che la strategia della Cgil promuova innovazione, intervenendo con proprie proposte unitarie per aprire nuovi spazi alla tutela per consolidare quelli acquisiti per offrire agli utenti e ai lavoratori obiettivi e prestazioni di qualità in un quadro di solidarietà e di valori etici.

 

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