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Lavoro: Cgil, gravi carenze ed inefficienze nella procedura per la trasmissione online delle dimissioni

L'enesimo caso in cui la teoria (la propaganda) e la realtà sono molto distanti.
21 marzo 2016

“La partenza delle procedure per la convalida delle dimissioni è un flop e ne pagano le spese i lavoratori. A 10 giorni dalla data di inizio della nuova procedura di invio telematico delle dimissioni riscontriamo inaccettabili ritardi ed inefficienze nell’operatività della piattaforma informatica di ClicLavoro, portale del Ministero del Lavoro attraverso cui le organizzazioni sindacali possono assistere i lavoratori dimissionari”. E’ quanto afferma in una nota la Cgil “ancora non siamo in grado di assistere i lavoratori se non attraverso il loro PIN e non come enti abilitati”.

Il sindacato di Corso d’Italia, “ritiene gravissimo quello che sta accadendo nel silenzio più totale a danno dei lavoratori. Infatti, a causa dei ritardi del Ministero del Lavoro e del malfunzionamento della procedura telematizzata, si moltiplicano i casi in cui i lavoratori non possono procedere alla convalida delle dimissioni perché il sistema non funziona”.

Per il sindacato guidato da Susanna Camusso, “il Ministero del Lavoro deve garantire una soluzione immediata che sani la posizione di quei lavoratori che non riescono a procedere con le nuove modalità e che sono penalizzati. Come sempre tra gli annunci e la sostanza c’e’ una distanza enorme e chi ne fa le spese sono sempre i più deboli”.

In aggiunta a questi problemi tecnici, che dipendono esclusivamente dal Ministero del Lavoro, la Cgil denuncia anche “l’impossibilità di utilizzare la nuova procedura telematica per l’inoltro delle dimissioni per giusta causa. Nel modulo predisposto su ClicLavoro, infatti, non è prevista tale ipotesi, con tutte le conseguenze in ordine alla possibilità di usufruire della Naspi da parte dei lavoratori dimessisi per colpe gravi dei datori di lavoro”.

“Alla luce di quanto precede, – conclude la nota – la Cgil si riserva, su tutto il territorio nazionale, di adire le vie legali per proteggere i lavoratori da eventuali danni subiti a causa delle predette inefficienze e/o omissioni da parte del ministero del Lavoro”.

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