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Previdenza, i pensionati della Cgil incontrano Mattesini e Donati

5 luglio 2015

Il futuro della previdenza e quindi la qualità della vita dei pensionati saranno al centro dell’incontro che lo Spi Cgil di Arezzo avrà lunedì 6 luglio con i parlamentari Donella Mattesini e Marco Donati. “Partiamo da un livello finalmente positivo – ricorda Giuseppe Selvi, Segretario provinciale Spi Cgil. Il Ministro ha accolto la richiesta dei sindacati pensionati Cgil, Cisl e Uil di riaprire il confronto sulla previdenza ed è già in calendario un confronto per il 16 luglio. In quella sede verranno confermate al Governo le modifiche sostanziali da apportare in sede di conversione al decreto 65, definito da tutti insufficiente e inadeguato, per renderlo più equo e rispondente alla sentenza della Corte Costituzionale”. Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Uil hanno chiesto che venga ristabilito il montante delle pensioni in essere, incrementando il loro importo mensile impedendo in questo modo che il danno diventi permanente. Così come sarà fondamentale definire un meccanismo di perequazione / rivalutazione in grado di garantire nel tempo il potere d’acquisto degli assegni pensionistici che la Corte ha giustamente definito essere “retribuzione differita”. Su questo punto il Ministero non è andato oltre all’impegno di seguire l’iter del decreto dichiarando che i margini sono molto stretti. “Alla senatrice Mattesini e all’onorevole Donati – sottolinea Selvi – ribadiremo le richieste che i sindacati giudicano fondamentali: la riduzione della pressione fiscale nazionale e locale, l’equiparazione no tax area per pensionati e lavoratori, l’eliminazione del fiscal drag, l’estensione 14° mensilità per sostenere le pensioni medio-basse, maggiori finanziamenti certi e stabili per la non autosufficienza”. Tema non certo collaterale è l’atteggiamento dell’Inps e, in modo particolare, del suo Presidente nazionale Boeri. Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Uil hanno chiesto al Ministro che “le conoscenze dell’istituto vengano usate per fare finalmente chiarezza sulle spese previdenziali, al netto degli interventi assistenziali separando l’assistenza dalla previdenza e al netto di quanto i pensionati restituiscono in tasse alle casse dello Stato. Potrebbe così’ cessare una dannosa e inutile campagna di criminalizzazione nei confronti dei pensionati e dei costi nella nostra previdenza”.

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