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QUELLE DELLA CANTARELLI – Riflessioni del Segretario Generale della CGIL di Arezzo Alessandro Mugnai

quelle della Cantarelli hanno ragione da vendere: non accettiamo ricatti né morali e né contrattuali, le trattative si fanno in due come in due si trovano le soluzioni.
5 luglio 2015

Quelle della Cantarelli sono Lavoratrici e (in minoranza numerica) Lavoratori che da anni producono il fior fiore della moda. I vestiti della Cantarelli sono sempre stati “signor vestiti“. Mani d’oro, indispensabili per un’azienda che ha sempre ricercato e proposto un prodotto di buona qualità.

Crisi, scelte sbagliate, scarso orientamento hanno messo quest’azienda con le spalle al muro, da molti anni. E’ “vecchia” la crisi della Cantarelli e il primo giro, per la Filctem CGIL, tocco’ a me. Assemblee dure e duri scontri, le maestranze della Cantarelli sono “toste” ma hanno una grande considerazione e attaccamento al lavoro, a quel lavoro direi! Negli anni sono state in grado di assicurare sempre non solo il prodotto ma anche mantenere il buon livello di quel prodotto. Lo hanno assicurato pur con tutte le tare aziendali e i cambiamenti continui di mercato ed esigenze organizzative.

Le lavoratrici della Cantarelli non sono nuove  ai  tagli di organico, di salario e di condizioni di lavoro. Senza dimenticarci che gli stipendi della “moda” sono bassi e che molte di loro possono fare affidamento solo con quel salario. Tornare all’arrembaggio con ulteriori tagli di salario, se pur per scongiurare il definitivo collasso produttivo, avrebbe un impatto enorme per chi rimarrebbe, mentre per chi dovrebbe andarsene sarebbe indispensabile che il principio non fosse solo in mano all’azienda.  Una discrezionalità quella, che non può essere lasciata solo ai “padroni”, dato che conosciamo bene i motivi di licenziamento “tecnico produttivi“.

Dalla vertenza Cantarelli l’obiettivo deve essere uscirne “meno rotti” o tutti o nessuno, sui criteri di scelta e i superminimi, mi sento di dire, abbiamo ragione noi, altre teorie son sciocchezze. Dobbiamo evitare che questa crisi (non solo nazionale) e la cultura di arroganza, che oggi impera in Italia, non diventi sovente padrona. Quindi, quelle della Cantarelli hanno ragione da vendere: non accettiamo ricatti né morali e né contrattuali, le trattative si fanno in due come in due si trovano le soluzioni.

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