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ACCORDO SALVA POSTI DI LAVORO ALL’ITAM ci sono 9 esuberi

Ridotti al minimo gli esuberi alla Itam, al momento sono nove, ma le criticità rimangono.
26 agosto 2015

Ridotti al minimo gli esuberi alla Itam, al momento sono nove, ma le criticità rimangono. È quanto emerso ieri dopo l’assemblea che si è svolta tra i lavoratori della nota azienda orafa che ha sede a Castiglion Fiorentino. Con 156 dipendenti, la Itam è una delle aziende orafe più grandi del territorio, leader nella produzione di anelli a molla, ma ciò non le ha impedito di risentire della crisi internazionale, che ancora non accenna a mollare la presa. Ieri, nel corso di una lunga assemblea sono arrivati i primi verdetti: il 7 settembre la cassa integrazione finirà e nove dipendenti sono in esubero. A spiegare i termini degli accordi sindacali è Alessandro Tracchi della Fiom: «Si tratta di esuberi strutturali che, all’inizio della procedura, ammontavano a una quarantina di lavoratori. Lavorandoci, gli esuberi sono scesi a ventidue e di questi tredici sono usciti tramite accordi sindacali, principalmente per prepensionamento ma c’è stata anche una dimissione volontaria».

Dunque, il primo round finisce qui ma la partita non è chiusa. Già perché settembre sarà un mese cruciale e il futuro magari non è nerissimo, ma neanche roseo: «Oltre alle situazioni contingenti – continua Tracchi – dovute alla crisi internazionale, ci sono anche criticità legate a come è strutturata l’azienda. La Itam è una delle poche imprese che ha mantenuto integro il processo produttivo sia per quanto riguarda gli anelli a molla, chiusure, semilavorati, sia per quanto riguarda la parte meccanica, quindi progettazione e sviluppo dei macchinari per la produzione. La mole di lavoro attuale, però, non basta per mantenere operativo tutto l’apparato».

Su cosa accadrà nell’immediato futuro, però, il sindacalista non si sbilancia: «Bisognerà sciogliere una serie di nodi, primo tra tutti capire quali sono le prospettive dell’azienda, per ora si naviga a vista, e molto dipenderà da come riprenderà il mercato al ritorno dalle ferie. Il quadro al momento non è rassicurante». Tradotto, significa che il pericolo di ulteriori esuberi non è escluso e alla fine anche Tracchi lo ammette, definendolo «una concreta possibilità». La Itam è di proprietà delle famiglie Moretti e Barbagli nata, così recitano le fonti ufficiali «da una idea di due giovani studenti dell’Istituto «Margaritone» di Arezzo, nel 1972».

Da allora un’ascesa costante e nel corso degli anni la struttura è cresciuta fino a raggiungere una superficie di 20 mila metri quadri e a dare lavoro a centinaia di persone. Anche questa storia, però, è andata a impattare contro il muro di una crisi che sembra senza fine, nonostante qualche segnale di ripresa. La speranza è che il numero degli esuberi non cresca da qui a breve.

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