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I sindacati aprono la vertenza sociale con i Comuni

I temi: sanità, sociale, casa, servizi, tasse. Azione congiunta dei confederali e dei sindacati pensionati
8 marzo 2016

Salute, politiche sociali, servizi comunali, tassazione, casa, accoglienza, immigrazione. Questi alcuni temi che la confederazioni Cgil, Cisl, Uil e i rispettivi sindacati pensionati hanno messo al centro della loro piattaforma per la contrattazione sociale 2016 – 2017. E che hanno presentato stamani in vista dell’apertura del confronto con le istituzioni del territorio. Alla conferenza stampa sono interventi, per le confederazioni, Silvia Russo, Alessandro Mugnai, Ettore Tartaglini e , per i sindacati pensionati, Giuseppe Selvi e Pasquale Ciabatti.

La contrattazione è lo strumento essenziale per intervenire nella tutela dei diritti sociali, nella redistribuzione dei redditi a favore di quelli più bassi,  nel sostenere la coesione sociale, la riqualificazione del Welfare Sociale e Sanitario e nell’azione innovatrice rispetto al ruolo delle amministrazioni comunali nell’ambito  del governo ed erogazione dei servizi“.

Al primo posto salute e sanità. Quindi garanzia della permanenza delle eccellenze di alta specializzazione già esistenti nella definizione di una rete ospedaliera di area vasta. “Ci preme sottolineare – affermano i sindacati – la necessità della difesa dei piccoli ospedali di prossimità territoriale che non possono essere declassati e ridotti a semplici centri di smistamento verso le strutture centrali, ma devono avere una loro precisa identità nella rete dei servizi ospedalieri di area vasta, con peculiarità anche di alta specializzazione“.

Per i sindacati rimane poi fondamentale la riorganizzazione dei servizi territoriali, attraverso la centralità del distretto: servizi sociali unificati; servizi sanitari della Casa della salute, della medicina di iniziativa, del Chronic Care Model; l’organizzazione delle cure primarie con l’impegno e la responsabilizzazione dei Medici Medicina Generale; il completamento delle strutture relative alle cure intermedie (ospedali di comunità, continuità ospedale-territorio, modulo di continuità assistita, telemedicina, assistenza domiciliare integrata)”.

Cgil, Cisl e Uil chiedono che non vengano diminuite le risorse, soprattutto in termini di personale, nelle varie unità funzionali  territoriali (materno infantile, sociale, salute mentale, tossicodipendenze) affinché il modello di assistenza territoriale costruito, a partire dagli anni ’70 non venga stravolto. Altri temi: riduzione delle liste di attesa, realizzazione del servizio di odontoiatria, soprattutto per la popolazione anziana, per i giovani e famiglie con basso reddito, servizi domiciliari.

Seconda area di confronto: la tassazione. Maggiore omogeneità territoriale, superamento delle piccole municipalità verso l’unione dei comuni e dei servizi, nessun aumento della tassazione e istituzione di una fascia di salvaguardia per la popolazione più debole con un tetto tra i 10mila e i 20mila euro, eque tariffe per i principali servizi pubblici.

Cgil, Cisl e Uil dedicano grande attenzione anche alla casa: “affrontare la questione abitativa (affitti, condomini solidali, edilizia pubblica, affitti concordati) in maniera complessiva puntando in particolare sul recupero edilizio di edifici e singoli alloggi, tenendo conto che i fruitori sono spesso anziani che hanno necessità di essere favoriti nella mobilità e socializzazione”.

Quanto alle politiche di genere, i sindacati chiedono la riqualificazione dei consultori per la difesa della salute delle donne, la promozione di piani di prevenzione e contrasto alla violenza, con la sensibilizzazione delle scuole, piani di sviluppo della rete dei servizi, centri antiviolenza, case di prima accoglienza, case rifugio.

Nella loro piattaforma, i sindacati confederali e dei pensionati evidenziano che “le politiche per l’immigrazione e l’accoglienza sono centrali nel nostro paese” e propongono di “favorire la integrazione prevedendo anche progetti nelle scuole che coinvolgano alunni e famiglie e di definire  programmi di inserimento con attività socialmente utili durante il periodo della accoglienza”

Infine un tema nuovo, la cosiddetta “economia di condivisione”. Non solo car sharing e co-housing ma anche la sperimentazione di Social Street (socialità di strada), nella quale gli abitanti dello stesso palazzo, quartiere, strada, borgo si aiutano l’un l’altro mettendo a disposizione le loro capacità e professionalità.

Un altro settore dove la condivisione può portare benefici notevoli è quello dell’assistenza a persone non autosufficienti, prevedendo badanti condivise tra più soggetti compatibili.

“La promozione della cultura della disponibilità e della collaborazione non solo aiuta economicamente, ma crea anche quella comunità a misura d’uomo, che è in grado di interagire superando gli egoismi individuali”.

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